Buon compleanno amore mio. Compi 7 anni e sei davvero grande, vedo in te un futuro ragazzo, già alto, già indipendente e desideroso di scoprire la vita. Tanti auguri tesoro mio che compi i tuoi 7 anni in un periodo storico particolare, che nessuno si era mai immaginato, senza una vera festa di compleanno perché troppo rischiosa e senza tutta quella confusione ed eccitazione che da qualche anno sentivi nell’aria, quando tentavo di organizzarti una bella festa, non senza mille preoccupazioni e mille dubbi. Sì perché ogni anno l’organizzazione mi generava una certa ansia da prestazione (chi invitare, dove fare la festa, i presenti per gli ospiti, i giochi da organizzare, gli addobbi, la torta, ecc. ecc.) E adesso? Niente ha più importanza. E sai una cosa? Va bene così. Forse sarai un po’ triste perché non ci sono i tuoi amici ma cercherò di trasmetterti tutto il calore e la gioia di questo giorno di festa. In questi 7 anni sono cresciuta con te, non sono più la persona che ero prima di diventare tua madre. Conservo ancora una pagina del diario scritta un mese prima che tu nascessi. Ecco cosa ho scritto: “Penso che la nascita del mio bambino sarà l’evento più importante e bello che mi capiterà in tutta la mia vita, devo smetterla di assillarmi per quello che potrà accadere in futuro e stare nel presente. Questo evento può farmi cambiare come persona, può rendermi migliore o può enfatizzare tutti i miei difetti, nervosismo, tendenza all’isolamento, insicurezza. Tocca solo a me decidere da che parte stare. Ossessionarmi per i l futuro e cercare di prevedere tutti gli eventi brutti della vita o vivere giorno per giorno e cogliere i momenti belli?
Ora che rileggo queste righe posso dire che avevo già un’idea del potere trasformativo della maternità, anche se poi sono solo riuscita a cogliere questo valore solo a distanza di anni. La maternità ha fatto entrambe le cose, mi ha cambiato e migliorato come persona ma mi ha anche peggiorato, tirando fuori tutti i mostri che c’erano in me e obbligandomi a fare i conti con loro, uno a uno. Le facce della medaglia (il meglio e il peggio di me) sono collegati, perché solo affrontando le proprie paure e i propri “mostri” è possibile acquisire più consapevolezza di se stessi.