La mia vita sarebbe più facile se non avessi figli

E’ un pensiero che a volte mi attraversa la mente.

Sopraggiunge quando sono stanca, quando ho molta fretta, quando il tempo non basta mai per portare a termine gli innumerevoli compiti della giornata, quando non hai più spazio per te stessa.

E’ un pensiero che crea senso di colpa perché una brava mamma non fa certi pensieri!

Invece di dare adito al senso di colpa e scivolare sempre più nel baratro, ascolto cosa mi dice questo pensiero e lo esploro senza alcun giudizio.

La mia vita sarebbe più facile, perché sicuramente avrei più tempo per me, non avrei così tante responsabilità, potrei dedicarmi più al lavoro, più alla casa, più alle amicizie e ai miei interessi.

Non sarei però la persona che sono oggi. Sarei un’altra persona, completamente diversa, forse sarei felice, forse no, non posso saperlo.

Nel bene e nel male i miei figli mi hanno cambiata, mi hanno rivoltata come un calzino, penso di aver attraversato ogni emozione possibile e immaginabile con loro, aver provano in contemporanea emozioni contrastanti, aver rivissuto tutta la mia infanzia, essermi trovata ad affrontare situazioni difficili, aver reagito spesso allo stesso modo, rivivendo un copione già scritto.

Aver tentato quindi di combattere contro le mie reazioni, perché non volevo essere così, aver  detestato me stessa nel profondo per poi finalmente arrivare alla conclusione che tutto ciò che hai è il momento presente, non conta ciò che hai fatto in passato, gli innumerevoli sbagli, conta come vivi ora, e se inizi un passo alla volta a volerti bene, ad accettare le cose così come sono, anche il pensiero e l’angoscia di non riuscire a fare tutto si ridimensiona e scivola via con gli altri.

La mia vita sarebbe forse più facile se non avessi figli, ma non sarebbe la mia vita, così bella e brutta, così noiosa ed eccitante, così colma di amore incondizionato e piccole e grandi frustrazioni. Non riuscirei a cogliere tutte queste sfumature.

Un concetto che ho incontrato e sperimentato ultimamente è quello di non fare un dramma per ogni cosa. Questo concetto  è spiegato bene nei libri della monaca buddhista Pema Chodron.

“ Tutti potremmo prenderci meno sul  serio. Con la nostra mente facciamo invece di noi stessi, del nostro dolore e delle nostre difficoltà dei grandi problemi.”

“Ogni situazione, ogni parola, ogni pensiero e ogni emozione è un ricordo transitorio”. “Tutta la vita è un sogno”

Per una persona come la sottoscritta: perfezionista e amante del controllo, ci vuole molta pratica e molta pazienza per digerire questi concetti.

Fare un dramma di tutto è stata la mia specialità per molto tempo. Credevo fosse una dimostrazione di quanto ci tenessi alle cose, un po’ la conseguenza della mia convinzione che la vita fosse fatta in gran parte di doveri, mentre i momenti di gioia fossero una ricompensa rara.

Oggi sto sperimentando un nuovo modo di  vivere,  quando riesco ad essere consapevole e non in preda al pilota automatico:  quello di prendere la vita con leggerezza, trattandosi con gentilezza ed avendo compassione di se stessi e degli altri. Sto capendo cosa questo non significhi non dimostrare meno  impegno e dedizione, ma sia un modo bellissimo per vivere in maniera piena e gioiosa. La nostra idea di controllo è pura illusione.

“Noi pensiamo che il punto sia superare la prova o superare il problema, ma la verità è che le cose non si risolvono per davvero. Funziona così. Si riuniscono e poi cadono a pezzi. Poi si riuniscono nuovamente e nuovamente cadono a pezzi. Funziona così. La guarigione arriva quando si lascia spazio perché tutto ciò accada: spazio per il dolore, il sollievo, la sofferenza e la gioia”

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