La solitudine è uno stato, un’emozione che viviamo spesso nella nostra vita. C’è chi la sente di più, chi di meno. La situazione attuale di questi ultimi tempi ha messo di fronte l’intero mondo a questo stato di isolamento forzato, portando con sé conseguenze diverse.
Ho sempre avuto a che fare con la sensazione di solitudine, fin da bambina mi ricordo di aver passato molto tempo da sola, a giocare, a sognare. Sono sempre stata molto introversa e ho sempre avuto difficoltà a buttarmi nelle relazioni. La solitudine mi ha portato anche tanta sofferenza, e quella brutta sensazione di essere esclusa dal gruppo, di essere sola al mondo, di essere invisibile agli altri. Tempo dopo mi sono resa conto che ero io che mi RENDEVO invisibile, perché quando questa credenza ti entra dentro, ti comporti come ciò in cui credi sia vero e così la tua profezia si autoavvera. Ma tutto questo è partito dalla tua mente, non è reale e quindi può essere cambiato in qualsiasi momento, iniziando a lasciare andare questi pensieri e queste credenze.
La solitudine e il silenzio fanno parte della vita di una neomamma che tutto ad un tratto si ritrova in una casa vuota, da sola con un neonato da accudire. Ricordo il gran senso di vuoto che ho provato in quei momenti, le sensazioni di paura e di noia che emergono. Spesso ho provato a fuggire dalla solitudine e dal silenzio, cercando di creare “rumore”, distraendomi con la musica, la tv, i social, le letture, uscendo e incontrando persone, rifugiandomi dai miei genitori, frequentando attività per mamme.
Oggi per le neomamme la situazione attuale di distanziamento forzato e di isolamento ha complicato di molto la situazione. Vedere altre persone in presenza è diventato complicato e il senso di solitudine è cresciuto. E allora si ricorre di più a tutte le opportunità che ci offre il virtuale e ci si perde in questo paese delle meraviglie, sentendosi tuttavia sempre più sole.
Mi viene in mente il libro illustrato “Il buco” di “Anna LLenas.
La protagonista si rende conto di avere un buco nella pancia, lei prova a riempirlo, a chiuderlo a cancellarlo per far scomparire quel vuoto, ma il buco diventa sempre più grande. Prova a riempirlo con delle cose alcune cose sono buone, altre meno buone. Alla fine la bambina cade a terra e inizia a piangere disperata, fino al silenzio. In questo silenzio, sente una voce che le dice “Smetti di cercare fuori, cerca dentro di te.” Ascoltandosi, riconosce che dentro di sé ha dei mondi magici e scopre che anche le altre persone hanno i loro mondi magici da condividere.
Proviamo anche noi a fermarci ed ascoltare semplicemente questo silenzio e proviamo ad ascoltare ciò che ci dice. Osserviamo il nostro corpo e sentiamo le sensazioni che ci dà il nostro corpo. Cosa provi? Dove è l’emozione? Nella gola, nello stomaco, nella pancia? Respirando puoi renderti conto che riesci a stare con questa emozioni e dopo qualche minuto ti accorgi che le sensazioni cambiano.
La solitudine offre un momento in cui possiamo osservare i nostri pensieri, le nostre emozioni e capire anche ciò che vogliamo, ci permette di riconnetterci al momento presente e anche di sentirci più in connessione con il mondo esterno e le altre persone.
Immergerci nella solitudine ci fa tornare nel mondo con uno spirito diverso, siamo più centrate, più attente ai bisogni dell’altro, possiamo quindi portare maggior empatia, serenità e gioia nelle nostre relazioni.
Possiamo quindi vivere la solitudine come un momento di cura verso noi stessi, in cui possiamo mostrare la nostra vulnerabilità, possiamo accettarla e capire che non siamo soli in realtà, perché tutti sperimentiamo questa emozione, nessuno escluso, tutti vogliamo evitare la sofferenza e tutti aspiriamo alla felicità. Attraversando la solitudine ci sentiamo quindi connessi e vicini a tutte le altre persone.